Roma iniziò ad interessarsi ai valichi alpini della Valle d’Aosta a partire dal momento in cui si rese necessario individuare e controllare vie alternative di accesso alle regioni transalpine, in grado di assicurare un rapido e sicuro passaggio di truppe destinate a combattere nelle grandi campagne espansionistiche romane. Già Cesare tentò, senza successo, di sottomettere le tribù di Salassi che sopravvivevano nella zona del Gran San Bernardo grazie al brigantaggio, assalendo i viandanti o estorcendo denaro come pedaggio. Il luogotenente inviato dall’Imperatore nel 57 a.C. nel Vallese per aprire la strada attraverso le Alpi fu attaccato e sconfitto nel suo accampamento di Octodurum (Martigny). Fu solo dopo la fondazione nel 43 a.C. di Lione, città che acquisì rapidamente una grande importanza divenendo il centro della Gallia, che si impose la necessità di trovare una seconda via di accesso alla nuova provincia, in alternativa al Monginevro. Trascorse quasi un secolo prima che l’Imperatore Claudio, il cui regno fu contrassegnato dalla ripresa delle ostilità sul Reno e dalla conquista della Bretagna, decidesse di trasformare il sentiero del colle in un’autentica arteria di comunicazione per il passaggio di truppe e merci, in modo da facilitare il collegamento tra Roma e il teatro delle operazioni belliche. I lavori furono conclusi nel 47 d.C. e furono particolarmente imponenti; al valico i Romani eressero un tempio dedicato a Giove Pennino, protettore dei viandanti, al quale venivano offerte in voto tavolette bronzee e monete.
Saint-Rhémy, denominata in epoca romana Eudracinum, divenne un’importante mansio, un posto di sosta che aveva il compito di mantenere in efficienza e di controllare l’arteria di traffico ai piedi della quale sorgeva; a differenza delle semplici stazioni di sosta, le mansiones coincidevano abitualmente con un vero e proprio centro abitato dove, oltre al cambio dei cavalli per il proseguimento del viaggio, sorgevano anche locande per un breve ristoro subito prima o immediatamente dopo il tratto più impegnativo del percorso, un mercato e dei laboratori per far fronte ad ogni necessità.
Contestualmente allo sviluppo della mansio di Eudracinum, il periodo di prosperità garantito dalla cosiddetta pax romana consentì anche il sorgere di un altro fiorente insediamento nell’area: la villa del romano Baucius, sita lungo i pendii soleggiati che si estendevano poco discosto dalla via principale e costituita dall’abitazione del dominus, dagli alloggi dei coloni e dalle stalle degli animali.
Con lo smembramento dell’Impero Romano, dal VI al X secolo il territorio passò sotto varie dominazioni: dapprima gli Unni, poi i Burgundi, i Longobardi, i Carolingi e infine i Saraceni. Sembra che si debba proprio al passaggio del re burgundo Gontrano, figlio del re dei Franchi Clodoveo, battezzato nel 496 d.C. da San Remigio arcivescovo di Reims, se oggi il borgo di Saint-Rhémy porta il nome di questo santo.