Nel maggio del 1800, il Colle del Gran San Bernardo vide il passaggio di uno dei personaggi storici maggiormente conosciuti: Napoleone Bonaparte.
Il Generale, da poco divenuto Primo Console della Repubblica Francese, alla testa di circa 60.000 uomini, con 50 pezzi di artiglieria e 3.500 cavalli, attraversò il Passo per recarsi a Marengo, per la storica battaglia contro gli Austriaci. Napoleone giunse al Colle la mattina del 20 maggio, dopo che i suoi soldati l'avevano preceduto alcuni giorni prima. Infatti, egli concepì l'ardito progetto di portarsi rapidamente in Italia, attraversando il Colle del Gran San Bernardo, nonostante le innumerevoli difficoltà, preceduto dall'intero stato maggiore, dalle sue guardie e dalla più bella armata che la Francia abbia mai visto valicare le sue frontiere.
Quando i suoi generali gli prospettavano l'impossibilità di far passare l'artiglieria attraverso il Colle, il rivale di Annibale e di Cesare rispose loro: "Il possibile è alla portata di tutti, voglio osare l'impossibile". Fu così intrapresa l'attraversata: dal 15 al 20 maggio la fanteria, la cavalleria, i bagagli ed i cannoni superarono il Passo. Una compagnia di operai smontava a Bourg Saint Pierre i carri e gli affusti, numerandone i pezzi; un'altra compagnia, stanziata a Saint-Rhémy, li ricomponeva. In seguito si continuava la marcia sulla strada che ridiveniva praticabile. Accolto all'Ospizio dal canonico D'Allèves, il Primo Console cenò e conversò con i suoi ospiti. Si racconta che volle visitare la biblioteca e che si fece mostrare il passaggio dello scrittore Tito Livio riguardante la traversata delle Alpi da parte di Annibale.
La sua permanenza presso l'Ospizio durò circa tre ore, poi egli riprese rapidamente la discesa verso Etroubles; giunto in questo villaggio, fu ospitato dall'Abate Léonard Veysendaz nella sua casa, dove passò la notte.
Il passaggio di tale personaggio nella valle lasciò un ricordo indelebile, destinato ad arricchirsi di elementi leggendari, quasi agiografici. La figura di Napoleone è stata infatti soggetta ad interpretazioni diverse: egli viene presentato come il portatore di idee rivoluzionarie, come messaggero di libertà, ma anche come nemico della Chiesa oppure come riparatore di ingiustizie (soprattutto quelle causate dalle sue truppe alla popolazione). Nella realtà, le cronache dell’epoca evidenziano che il villaggio di Saint-Rhémy, insieme a quelli della valle del Gran San Bernardo, dovette sostenere ingenti spese per ospitare l’intero esercito napoleonico al suo passaggio.
La produzione iconografica esistente (dipinti, acquerelli, incisioni su rame e acciaio), insieme alle leggende nate in seguito a questo avvenimento storico testimoniano comunque la grande impressione suscitata all'epoca tra la popolazione dal passaggio di un simile personaggio, tuttora ricordato nel corso del Carnevale.